La doccia

È bello farsi la doccia insieme, mio giovane coinquilino.
Hai in testa presa (chissà da chi?) una cuffia da doccia rosa veramente indecente, hai i corti capelli a posto appena tagliati da parrucchiere con rasature e sfumati tattici verso la collottola, che accenno a pizzicare.
Ti mangerei!
Ti insapono ed ora siamo tra tanta schiuma, sembra aumentare e non finire mai. Io intanto mi passo addosso il docciaschiuma e nelle tettone dopo essermi infilata senza esitazione dove stai tu anche, che spudorata!
È che non posso proprio aspettare.
Non so perché l'ho fatto e soprattutto da dove venisse quella mia iniziativa matta, assolutamente matta col senno di poi. Semplicemente mi infilo... oplà! E lavo anche te.
Quando ho aperto la tenda eri lì, indifeso, bagnato, stupendo.
Sgranasti un po' gli occhi coprendo di istinto gli attributi dunque provai a rassicurare, anche se il mio era un bagnato e scivoloso azzardo nell'ignoto.
Invece potei entrare in doccia con te, dapprima esclamando attraverso la mimica corporea ed i miei occhi un
WOW. Sì sei bello.. davvero tanto!
È incredibile come e quanto si possa comunicare senza dire parole.
Mentre stavo nel seggiolino della doccia tu proseguivi a lavarti, che fiore di giovane uomo, che bocconcino appetitoso il mio coinquilino calciatore di serie c desiderato senz'altro da tante persone.
Volevo mostrarti quanto io ti volessi più di chiunque, senza essere aggressiva, incerta o supplichevole: l'imbranataggine l'ho lasciata a tanti anni fa, alla giovinezza in cui ora stai te. Oggi sono una signora, una Donna cosciente di sé e del fatto che vado desiderata e attesa. Ho ristabilito l'ordine delle cose.
Questo lo so, ti intriga, da quando abito in una di queste grandi camere ad accessi comunicanti.
Inevitabili noi? Non lo so, la mia vita sembra non essere arricchita di ovvietà ed è questo anche il bello, credo.
È un momento esilarante quanto magico, sublime. Ti lavo il culetto e poi ti rigiri di nuovo.
Il tuo epicentro è dritto e lungo e punta verso me e il mezzo delle mie tettone insaponate. Ti giri ancora e anche lui dondolando lateralmente fino a sbandierarsi a un palmo dal mio naso. Lo faccio?
Lo faccio.
Ebbene sì.
AMM.
Non ci posso credere, l'ho in bocca. Così.
Mi passi l'acqua sulla testa, ho i capelli sempre parzialmente raccolti in una grossa coda, scuri e involontariamente cotonati. Perfetta per farti tirare seghe da quando sono arrivata, io lo so.
Una donna capisce sempre tutto e non lo rivela. Poi tolgo la mia bocca, arretrando piano e inizio un dolcissimo lento accarezzarlo.
Sei così lucido, il rosso con cui sei avvampato contrasta col bianco della schiuma, sei un essere bianco e rosso che non potrò dimenticare.
È tempo di godere. Do' il mio meglio.
Le mie dita scorrono sotto di te partono dal coccige e attraversando il culetto sfiorano delicate e... proseguo a sfiorarti attraversando poi le palle pienissime e enormi, sempre più sollevate e ancora e ancora. Le dita sfiorano oltre, fino all'asta solleticandoti la cappella e poi... tornando alla strada inversa torno giuu' e giuu' e tornando alle gonfie palle, poi sotto poi tra le terga e poi al termine della schiena che hai lucidissima di acqua e sudore.
Vieni nella mia bocca.
Ti metti sulle mie ginocchia e mi baci il collo, in bocca e il grosso seno mentre io ti accarezzo la nuca come a un bambino.
Usciamo, ti asciugo con amore, tampono e mi accerto tu sia asciutto così come asciugo bene me. Ti prendo per la maniglia di cui detto e ti porto verso la camera, ti stendi, ti passo il borotalco nelle zone umide poi passandoti creme e olii su tutto il corpo e non intendo smettere, ma solo prolungare quel pomeriggio.
Ti tratto un po' come un bambino con quel talco e quei modi materni misti al modo di una semplice donna in amore... o una femmina in ardore, una porcella in calore, una vacca, una donna una magnifica donna semplicemente donna... a tua preferenza.